Mental Coach

La stagione sportiva è ripresa già da qualche settimana e mercoledì 27 settembre, Shifu Alessandro Balletti ha ben pensato di integrare la preparazione dei suoi allievi con uno speciale allenamento “mentale”.

Perplessi? Bene, provate allora ad immaginare le espressioni degli allievi del Wing Chun Milano quando si sono trovati di fronte il Mental Coach Giovanni Sposito.
Dall’aspetto robusto e deciso, Giovanni svela di essere un Trainer di Ekis  e non un marzialista come tutti immaginavano – anche se sulla sua pagina professionale viene definito “un lottatore che diventa guerriero” [NdR].

Con la sua gestualità e simpatia, Giovanni parla di come il cervello può essere un valido alleato per i propri allenamenti così come per la vita in generale, ma allo stesso tempo anche un valente ostacolo! Dei messaggi che ne performano le capacità a quelli che invece creano delle inibizioni.

Anche se il vostro allenamento è fisico, il cervello può notevolmente aiutarvi se governato… mai controllato! Il controllo irrigidisce fino a farvi esplodere, sia dentro che fuori.

Giovanni fa degli esempi legati al combattimento, ci racconta delle sue esperienze e ci interroga chiedendo la nostra opinione. Mentre le parole sul “controllo” restano come un eco per noi praticanti di Wing Chun, il mental coah ci parla degli ostacoli:

Il non raggiungimento di un risultato è legato a degli ostacoli. Quelli esterni che non possiamo controllare, quelli interni invece…

Vengono rivelati gli elementi per definire gli ostacoli interni e come affrontarli (abilità, processi e atteggiamenti disfunzionali), di come perfino i pensieri hanno potere sul piano emozionale che percepiamo di fronte alle situazioni. Disciplinare la mente come il corpo facendosi aiutare dalla linguistica. Già perché le parole hanno questo potere sensazionale non solo sugli altri ma anche su noi stessi. Come decidiamo di descrivere qualcosa, le parole che utilizziamo per determinarne la nostra percezione inconscia. Perfino le parole che adoperiamo per descrivere noi stessi vanno ad incidere sulla nostra identità.

La mente è una realtà ultima cosciente di sé e non è la sede della nostra coscienza empirica. <<Siamo>> una mente, invece di <<avere>> una mente. – B. Lee

Prendere consapevolezza dello stato delle parole e delle sensazioni che ne derivano, aiutarsi con la linguistica per cambiare la percezione dei problemi quotidiani – dal “Perché” mi trovo in una determinata condizione al “Come” posso affrontarla.

Una traccia quella di Giovanni, tanti spunti di riflessioni in questo metodo per disciplinare noi stessi e la nostra preparazione al Wing Chun.

Grazie Giovanni  😀

Michele E.
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